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Denis Curti - Fondazione FORMA per la fotografia

Da Milano a Venezia, la mappatura urbana di Andrea Rovatti continua sulla linea di un racconto frammentato che si sviluppa, ricomponendosi, nelle immagini e nelle identità delle città attraversate dalla sua visione. Già negli scatti milanesi avevo riconosciuto l'importanza, per l'autore, del concetto di 'molteplicità', intesa come valore intrinseco, concettuale e reale riferito al contesto urbano. Quest'ultimo si esprimeva nella varietà di esperienze e punti di vista tutti convergenti nella descrizione di una Milano inedita, audacemente realizzata nelle forme e nei modi della metafora e del racconto seriale. Ora, con l'allargamento della visione a nuova realtà urbana, la scoperta dei luoghi e delle storie preannuncia l'inizio di un percorso itinerante attraverso l'Italia, le sue città e le sue bellezze.

A Venezia, nella prosecuzione di tale percorso espressivo, l'architettura è contemplata, ancora una volta, nell'accezione simbolica di elemento costante, osservatore influenzato ed influenzabile dal corso degli eventi e delle epoche. In questo senso, essa rappresenta l'anima stessa della città, incisa ad arte sui muri degli edifici, nelle fessure e nella regolare simmetria di archi, portici e ponti.

Nelle immagini di Andrea Rovatti, la storia della città veneta si racconta nella proiezione delle voci, dei vissuti e delle consuetudini degli abitanti che attraverso i secoli si sono riconosciuti, e si riconoscono tutt'ora, nello stesso paesaggio urbano.
Le architetture sono ritratte in immagini che si ripetono e si affiancano in un collage armonico, dove il dettaglio diventa espressione di uno stile grafico che trova nella ripetizione il suo concept artistico.

Ecco le parole che, nel 1939, Berenice Abbott pronunciava a riguardo del sua opera 'Changing New York':
Fare il ritratto di una città è l'opera di una vita e un solo ritratto non può bastare, perchè la città cambia continuamente'.

La sintesi visiva con cui le architetture veneziane vengono rappresentate altro non sono che la trasposizione simbolica di tutte le voci della città, colte con la stessa enfasi dell'autrice americana, ma con un linguaggio nuovo, proprio dei nostri tempi, dove il ritmo e la serialità si scoprono nota espressiva. Partendo, dunque, dall'idea per cui ogni cosa nella città fa parte della sua storia, la molteplicità diventa il fulcro dell'identità urbana e la selezione delle forme e del paesaggio il metodo della sua rappresentazione.